di GILBERTO ONETO
Tanti anni fa, quando la Gallia Cisalpina veniva devastata da Roma, ai Fori Imperiali sfilavano le Quadrate Legioni con il bottino di guerra. Oggi la Padania è prostrata dai terremoti (oltre che dalla rapina fiscale) e nello stesso posto sfilano ancora le Legioni e sempre a spese nostre. Non sono più i rappresentanti di un esercito potente, orgoglioso e quasi sempre vittorioso, ma di un aggeggio che – dal 1866 in poi – non ha accumulato grandi glorie né sfolgoranti vittorie, anzi. É un apparato che comunque costa 27 miliardi l’anno (50mila Euro al minuto, tre milioni all’ora e 73 milioni ogni giorno che compare sul calendario), passa uno stipendio a 190mila guerrieri (carabinieri esclusi), di cui gli ufficiali e i sottufficiali sono 98mila, più della metà: della serie “gradi e galloni non si negano a nessuno”. Ci sono più di 600 fra generali e ammiragli in servizio, uno ogni 316 militari: nell’esercito americano il rapporto è di uno ogni 1.560
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