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Un taccuino di viaggio della bocca e del cuore

Da leggere

di REDAZIONE

appunti golosiDomani, a pochi mesi dall’inizio di Expo 2015 dedicato all’alimentazione, esce per Editoriale Jouvence, “Appunti Golosi” di Stefano Corrada.

APPUNTI GOLOSI – 101 imperdibili esperienze del gusto tra Milano, Expo e dintorni non è una guida gastronomica in senso stretto, non conferisce stelle o forchette, non critica né bacchetta. Non recensisce il meglio del meglio del food meneghino, non stila classifiche e neppure delinea tendenze.

APPUNTI GOLOSI è un percorso sensoriale, raccontato da chi ha ricercato, testato e apprezzato in prima persona, con indipendenza e libertà, i piaceri della gola nell’area milanese. Esperienze che vengono descritte senza tecnicismi, con competente leggerezza e uno stile assolutamente non rigoroso né convenzionale.

“Il perché di questo libro? Voler raccontare e non giudicare. Descrivere e non analizzare. Emozionare e non relazionare in un rapporto“, afferma l’autore. “Ogni appunto goloso ha la sua forma, la sua lunghezza, la sua terminologia più o meno appassionata, più o meno incentrata sul food, piuttosto che liberamente errante. Ogni tappa vuole essere condivisa per quello che ha suscitato di positivo, di piacevole e, a volte, di magico e unico.”

Appunti Golosi è quindi un viaggio di 101 tappe golose nella grande Milano, che si estende ben oltre i confini cittadini e ha il suo baricentro alimentare nel sito di Expo2015. Una mappa dei tesori della gola, punteggiata da 101 bandiere, da Brescia a Bordighera, dal cremasco all’Ossola, che corrispondono ad altrettanti luoghi, ognuno con una sua storia, un significato e una particolarità che merita, di essere narrata.

Cento luoghi, cento specificità

La mappa che emerge dal racconto individua i tesori, sia stellati che semi sconosciuti, anonimi o nascosti, di una zona che nell’immaginario collettivo è prevalentemente cemento, design e fashion. Non si raccontano quindi solo storie di ristoranti dove assaggiare piatti indimenticabili e di osterie che trasmettono passioni ancestrali seppur sempre attuali. Ma anche aziende agricole, gelaterie, torrefazioni, pasticcerie,  caseifici e rivenditori di eccellenze alimentari. Oppure altri locali che hanno particolari storie da raccontare, che emozionano, che stupiscono, che fanno battere il cuore per il loro carattere, la loro ubicazione o il loro indimenticabile spessore umano.

“Nessun voto in questo libro, ma solo racconti saporiti in senso lato, conditi da pensieri, dubbi e riflessioni ad alta voce. Non è un viaggio unico, non esistono legami tra una tappa e l’altra, se non l’estrema significatività di ogni sito. Che è tale per la sua cucina raffinata o per la fedeltà alla tradizione. O ancora per la spettacolarità di un piatto, per la sceneggiatura extra-chic della location, per la passione e l’arte che si palesa nel servizio e nei piatti proposti, per una curiosità che contraddistingue la singola sosta golosa”
Osti, chef, artigiani del food sono dispensatori di cibo e contemporaneamente veri artisti. Non possono rientrare in rating di tipo finanziario o statistico, Per questo vengono condivisi e goduti con la testa, ma soprattutto apprezzati con la pancia, per l’intensità, la finezza e l’equilibrio delle loro opere.

Qualche esempio

Nella Milano dei grattacieli e della moda si racconta il silenzio e l’eleganza della ex trattoria dei camionisti (Fiorenza) che è diventata ristorante di gran tono. Oppure la ruvida osteria dei maghi, da Tomaso, dove anni fa i prestigiatori si ritrovavano dopo i loro spettacoli, in un quartiere Isola ancora lontano dai fasti modaioli attuali. Poco lontano lo stile fine ed elegante del Ratanà, che dista fisicamente una manciata di passi dal precedente, ma anni luce rispetto all’esperienza che fa vivere agli avventori.

C’è anche Cracco in APPUNTI GOLOSI, in un ricordo di una cena passata, di quando il master chef per antonomasia non era figo ed era ancora senza barba. Ma anche un locale (la Ratera) che in italiano significa topaia, che è una delle poche e valide birrerie-ristorante all’aperto della città.

E poi un commovente indirizzo al confine ligure-provenzale (Magiargè), una trattoria sui navigli gloriosa di nome e di fatto (Gloria), un friuliano da lacrime agli occhi (Sauris & Borc da Bria), un allevatore di migliaia di oche ad un passo dall’Expo (azienda agricola Madonnina), piuttosto che un oste-chef di esperienza monumentale e di estrema veracità cremasca (da Bassano), oppure di un vegetariano (Ghea) ideale per i guduriosi buongustai anche onnivori.

L’autore

Una laurea scientifica e il sogno della divulgazione tecnico cultural-gastronomica.

Poi d’un tratto la scrittura, di Milano, in milanese. E nel frattempo, su qualche rotocalco, la descrizione delle proprietà salutari dei cavolfiori e il racconto della bontà dell’oliva taggiasca. Senza trascurare l’infantile gaudio nel bazzicare (per lavoro e non solo) ristoranti e trattorie, riversando emozioni gastrosensoriali sulla carta, stampata o virtuale.

È questa la sintesi del percorso umano e professionale di Stefano Corrada: tecnologo alimentare e giornalista food, membro della Società Italiana Nutrizione Umana e socio dell’Associazione Stampa Agroalimentare Italiana. Ha un attestato di sommelier AIS nel cassetto e una passione per tutto ciò che ruota intorno al cibo.

Collabora con periodici e guide gastronomiche, tra cui Focus, Il Golosario e Agrodolce.it, ed è autore del blog appuntigolosi.blogspot.it in cui mischia pensieri e piaceri sensoriali.

“Scrivere un libro di racconti sensoriali, un diario gastronomico con pensieri in libertà e non una guida gastronomica ha un grande pregio. Mi sono sentito estremamente libero e per niente ingabbiato nella pseudo oggettività delle recensioni. Non ho rispettato obblighi politici da equilibrare col bilancino. Non mi sono dannato l’anima per confrontare lunghezze dei testi, tipologia di aggettivi utilizzati e quantità di punti esclamativi che costellano le descrizioni dei locali. Ho semplicemente lasciato fluire attraverso la tastiera le gastro-emozioni che mi hanno colpito, senza paura di citare luoghi imperfetti, asimmetrici e incompiuti.

Il bello di una non-guida come questa è proprio la completa anarchia nelle descrizioni, nello stile, nei contenuti e nei sapori condivisi”.

STEFANO CORRADA

“Appunti Golosi – 101 imperdibili esperienze del gusto

tra Milano, Expo e dintorni”

 Edit. Jouvence

 

 

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