Ieri, l’Istat la sparava un po’ grossa, affermando che le imprese italiane sono più fiduciose del solito per il loro futuro. Qualche associazione di consumatori ha definito il sondaggio di Stato una barzelletta, non senza ragioni.
Oggi, le agenzie rilanciano questa notizia: “Il 64,6% delle imprese teme una nuova impennata di dissesti finanziari nel 2014, stati di crisi e procedure concorsuali. Da un sondaggio del centro studi Unimpresa emerge che cinque aziende su otto ”vedono ancora nero e il secondo semestre del 2014 resta pieno di ombre: anche i secondi sei mesi dell’anno in corso, per quanto riguarda le prospettive di ripresa economica, sembrano dunque drammatici”.
Il momento, avverte il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, ”è da allarme rosso. La massa di imprese che alzano bandiera bianca si estende a vista d’occhio giorno dopo giorno e non si vede una via d’uscita”.
Per chi vive nell’economia reale, le cose stanno diversamente come le racconta il governo o da come le raccontano certe istituzioni pubbliche. Del resto, non è un caso che da 6 anni a questa parte i vari presidenti del Consiglio straparlano di ripresa che non c’è!
Con questo Stato italiano infame e maledetto è certo che entro 6/12/18 mesi falliranno il 2 imprese su tre. È già un miracolo che non falliscono anche l’altro terzo.