All’urlo di “Kill the medallion bill!” i taxisti di Washington scendono per le strade della città bloccando le vie del centro. A primo sguardo sembrerebbe di vedere una versione yankee degli scioperi dei tassisti italiani. Sono arrabbiati, urlano, occupano le strade, alzano cartelli contro i politici locali. Ma ad un secondo sguardo ci accorgiamo che c’è qualcosa di diverso, molto diverso.
Pochi sanno che anche negli USA non se la passano tanto bene con le liberalizzazioni delle licenze dei taxi. In tutti gli stati è presente una medallion bill, ovvero una legge sul permesso di licenza. La licenza costa molto e in alcune città può arrivare a costare fino ad un milione (ma non ho trovato conferma ufficiale di una cifra così alta, solo voci). Ogni comune decide il massimo di licenze per taxi che possono essere rilasciate e tutto questo, secondo i difensori del medallion, è per regolare il mercato dei taxi e per evitare la corruzione. Washington DC è l’unica città americana dove i taxisiti possono girare senza medallion. Ma ora un consigliere comunale John Ray, lobbysta di professione e pagato dal magnate dell’industria dei taxi Jerry Schaeffer ha proposto l’introduzione della medallion bill. I taxisti indipendenti sono scesi subito in piazza per protestare. Quello che succederà, dicono, è quello che è già successo in tutte le altre città americane: le licenze verranno comprate dalle grandi compagnie di taxi che poi assumeranno i taxisti. I taxisti quindi perderanno indipendenza, libertà di circolazione e di decisione e ovviamente il loro salario sarà più basso. Nelle interviste che si trovano su Youtube si rimane a bocca aperta nel sentire le loro ragioni e la loro voglia di indipendenza. Si considerano private enterpreneurs (imprenditori) che si sono fatti le ossa da soli e che non devono rendere di conto a nessuno. La maggior parte di loro sono immigrati mediorientali, indiani, pakistani ma anche afroamericani e soprattutto gente delle classi più basse. Questa medallion bill potrebbe seriamente fargli perdere il lavoro o semplicemente farsi assumere da una compagnia di taxi.
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E’ incredibile come Oltreoceano la stessa categoria di lavoratori abbia una cultura di libertà e indipendenza così aliena rispetto a quella dei taxisti italiani che al contrario fanno di tutto per richiedere l’intervento dello stato per non fare entrare nuovi taxisti.
Il caso del medallion bill ci ricorda ancora una volta, se non si era capito, di come un sistema di regolazione statale venga usato per favorire un gruppo o una lobby organizzata, per bloccare l’entrata nel mercato di nuovi arrivati e per sfavorire le classi più povere e meno organizzate politicamente.
*Libertarianation.org
Hanno già commentato tutto gli altri, vorrei solo dirti che invece di copiare un articolo e titolarlo a tuo piacimento prima leggilo, l’articolo parla proprio di come noi in Italia ci siamo opposti, e a Washington stanno facendo lo stesso i titolari contro le grosse società che vorrebbero metterci le mani.
Per Adriano,
ma quale è il collegamento tra l’investimento fatto e la detenzione del monopolio delle licenze da parte della autorità politica?
Fare il tassista dovrebbe essere un lavo ro come tutti gli altri, invece è una casta (proprio perché non è libero l’accesso) senza privilegi.
Il fatto delle licenze multiple era uscito già dal decreto liberalizzazioni; mentre voi frignavate perché volevate lasciare le determinazione del numero complessivo delle licenze ai.sindaci, sempre disponibili a favorirVi.
quelli come me sudano tutti i giorni lo stipendio in concorrenza, quelli come te acquistano o si fanno acquistare da mamma licenze a 150 mila euro e non vogliono concorrenza.. ciao
Articolo vergognoso.
PER CHI NON CONOSCE COME FUNZIONA in AMERICA:
il medallion è una licenza che permette a chi la possiede di schiavizzare i suoi dipendenti in quanto li c’è la legge;
UN MEDALLION –> MACCHINE INFINITE.
Quindi una persona RICCA compra un MEDALLION (pagandolo carissimo) e mette sotto 100-1000-10000 macchine a 500 euro al mese per tassista.
Motivo per cui in USA i tassisti sono tutti immigrati.
in USA non puoi fare il tassista SENZA MEDALLION, per fare il tassista PUOI SOLO ANDARE A BUSSARE A UN IMPRENDITORE CHE HA IL MEDALLION E CHIEDERE IL LAVORO.
CERTO che loro vogliono la liberalizzazione, cosi OGNUNO DI LORO diventa un padroncino come DA NOI!!!
I TASSISTI AMERICANI VOGLIONO DIVENTARE COME NOI, è totalmente l’OPPOSTO rispetto a quello che scrive il “””giornalista””” in questo articolo.
Intanto tale articolo lo stanno visionando i sindacati per vedere se è passibile di denuncia….
Non è possibile che ci siano ancora persone che scrivono su giornali di cose che non conoscono . Anche un bambino delle elementari ,dopo tutto quello che è successo, dovrebbe aver capito per quale motivo noi tassisti ci stiamo battendo . Non riesco a chiamarti giornalista , perchè un giornalista prima di scrivere dovrebbe informarsi ,chiedere , documentarsi , dovrebbe essere come un investigatore. Ed è ancora più assurdo che ci sia qualcuno che ti paga per questi articoli , a meno che,forse non abbia interessi economici da parte di qualche politico o industriale,
1 entrambe le categorie (usa e ita) avversano le licenze multiple; e va bene. ma solo quella italiana è una lobby sovra-pagata grazie alla lottizzazione delle licenze. sovra-pagata perchè molti che farebbero i tassisti (ma anche se fossero pochi) non lo possono fare, non per mancanza di standard qualitativi ma per monopolio politico delle licenze.
Scusi Alfa,
vuole fare il tassista? Basta che consegua l’abilitazione professionale, e poi si rechi in banca, accenda un mutuo ipotecando la sua casa o quella dei suoi genitori e si metta a lavorare 10 12 ore al giorno 7 giorni su 7 per 15 anni e si paghi la rata del mutuo. Noi tutti abbiamo fatto cosí, nessun politico mi ha regalato la licenza. Suvvia nessuno le impedisce di diventare ricco come tutti noi!
Vorrei far notare all,articolista,che tanto si meraviglia della protesta dal basso,che la stessa e’ la motivazione del dissenso in italia,essere o con medallion o without,non cambia,c’e’ un equilibrio costituito nel tempo,che si e’ adeguato e attrezzato,e ogni soggetto che ne fa parte ritiene che non puo’ essere posto alla merce’ di squali voraci all’unico scopo di farli arricchire sulla propria pelle,in piu’ per legge . Ma ci si fa un torto al senso della ragione,forse anche in usa qualcuno comincia ad axionare il cervello,e che siano i colors la dice lunga sui concetti capitalistici anglosassoni e poi americani dell’ultim’ora
I Tassisti di Washinton si stanno opponendo alle licenze “medallion” che sono di tipo cumulativo, cioé permetterebbero ad una societá di avere piú autorizzazioni in modo da costituire una compagnia di taxi, con i lavoratori dipendenti sottopagati e sfruttati. Questo succede a New York dopo una licenza medallion corporate ha raggiunto all’ultima asta di assegnazione il valore di 1.300.000 $. Se va sul sito della NY commission taxi and limousine potrá verificare le mie affermazioni. Anche a New York il numero dei taxi e contingentato dal Comune e non sono liberalizzate, proprio perché il servizio taxi deve garantire l’utente sia per quanto riguarda le tariffe sia per quanto riguarda la qualitá, che di fatto dove é stato liberalizzato il settore, hanno subito un peggioramento e un innasprimento delle tariffe. Qui a New York peró-la maggior parte delle licenze é in mano a societá o a gente con capitali da investire, ma esistono anche le licenze singole, come da noi. Quindi questi colleghi americani stanno di fatto protwstando per gli stessi nostri motivi, cioé impedire che i loro sacrifici di una vita vengano svenduti al primo capitalista di turno.
Buongiorno.
Raramente ho letto un articolo come questo, nel quale il giornalista (ma sarà iscritto all’ordine?) riesce a stravolgere la verità così apertamente.
La gran parte della vertenza taxi in Italia, si è svolta proprio tra chi nel governo voleva fortemente l’introduzione di grandi compagnie di taxi che poi avrebbero assunto i taxisti, contro chi lottava per far restare il singolo tassista con una singola licenza. Il numero di licenze non è mai stato materia di discussione.
Vedo con piacere che, anche nel vostro quotidiano, l’impostazione di un mercato in mano alle compagnie è fortemente avversata, quindi – anche se Fabristol non lo sapeva – siete schierati sullo stesso fronte dei tassisti.
Al contrario mi pare che i concetti di libertà ed indipendenza, tenendo fuori le compagnie siano piuttosto vicini a quelli dei taxi italiani…
Il suo commento mi non mi lascia affatto perplesso, già dal titolo subdoravo una critica ai tassisti italiani, infatti eccola li, puntuale ed ottusa come il solito:E’ incredibile come Oltreoceano la stessa categoria di lavoratori abbia una cultura di libertà e indipendenza così aliena rispetto a quella dei taxisti italiani che al contrario fanno di tutto per richiedere l’intervento dello stato per non fare entrare nuovi taxisti.
A Washington DC il numero dei taxi è regolamentato anche senza medallion bill, quello che temono i tassisti è l’ingresso di compagnie che sfruttano il mercato impoverendo il tassista come già accade in altre parti degli Stati Uniti.
Il monopolio di categorie come i tassisti al contrario delle sue deduzioni finali impoverisce i tassisti già esistenti a solo vantaggio di grandi compagnie che traggono profitto dallo sfruttamento bieco dei loro autisti! E’ incredibile come l’ideologia del liberismo sfrenato giri continuamete a proprio favore notizie che dovrebbero dare per scontato il parere contrario. Si informi è mi dica dove la liberalizzazione del servizio taxi ha portato un qualsiasi beneficio!
Scusa Fabristol ma prima di parlare di argomenti che evidentemente non conosci sacrificati a fare una ricerca anche in Italia e capire perché itassisti hanno scioperato e capirai che le ns ragioni sono molto simili a quelle dei tassisti americani un saluto Ricky tassista indipendista milanese ciao
http://nycitycab.com/Business/TaxiMedallionList.aspx
Questo è il link al sito ufficiale dove si compravendono le licenze di NY. Te lo passo in segno di amicizia, ma. consiglierei, come dice il lettore Magatti, di farti un’idea precisa di un argomento prima di scrivere fesserie,