di FABRIZIO DAL COL
Quando le star della politica mondiale e della finanza si renderanno conto che la crescita economica non è eterna, che le miserie nel Vecchio Continente (ormai fuori controllo e vicine all’esplosione) si stanno per trasformare inevitabilmente in una massa critica per riappropriarsi di ciò che gli è stato trafugato in tutti questi anni, sarà già troppo tardi. Tuttavia, solo allora, capiranno finalmente di aver accumulato una montagna di beni che non valgono più nulla.
Nonostante la storia ci abbia insegnato molto sulle origini dei popoli che vivono in Europa, e nonostante le due guerre mondiali che l’hanno devastata l’Europa, ancora non abbiamo imparato nulla da quegli straordinari eventi.
Oggi però, davanti ad uno scenario completamente diverso da allora, non possiamo far finta di non capire, tanto meno possiamo pensare di lasciare il potere nelle mani di chi ha giocato con la vita degli altri. Ecco che evitare una prossima catastrofe economica e contemporaneamente chiudere definitivamente le porte alla costituzione di quella Europa politica che oggi non vuole più nessuno sono necessità per evitare il rischio di innescare un conflitto sociale cruento.
Tuttavia, il comportamento delle star della sopra citata politica e della finanza mondiale, davanti alla crisi irreversibile europea (alla quale oggi non sanno più come fare fronte senza dover essere costretti a rinunciare a ciò che hanno accumulato fino ad oggi), mostra invece come soluzione una azione forzata volta a generare un cambiamento geopolitico. Che sia forzata lo si era già capito con gli esperimenti di Cipro e della Grecia, che sia comunque figlia di un conflitto ordito a tavolino contro i popoli diventerà presto altrettanto evidente.
Insomma, se è vero che la crisi europea è irreversibile, è altrettanto vero che la causa è da addebitarsi alle star della politica e della finanza, che oggi non intendono assolutamente rinunciare al progetto di costituire l’Europa politica. Per loro la Ue unita sarebbe un modello di Stato facile da controllare, come altrettanto facile diverrebbe controllare e governare di conseguenza un’unica popolazione. Quindi, alla luce di ciò, si capisce come la crisi sia uno strumento necessario per i più forti, in quanto in gioco c’è da assicurarsi il potere di governo della futura Europa politica.
E’ vero che la crisi economica è partita dagli USA, e loro stessi lo hanno più volte ammesso, ma lì ora si lavora per risalire la china, mentre invece in Europa si è usata la crisi partita dall’America come un bazooka, pensando di utilizzarla come uno strumento volto a indebolire gli stati europei e costringerli alla costituzione della Ue politica. Così le popolazioni europee ora rischiano di subire obtorto collo tali decisioni, in quanto, da un lato lo vuole la finanza mondiale alimentata da quei malati del profitto che le vedono come la loro salvezza, mentre dall’altro, il gotha delle star politiche europee, che vede un nuovo futuro e un nuovo Stato per se stesse.
Mentre la Ue gongola e chiama allargamenti le nuove adesioni, anche se in realtà sono solo “invasioni pilotate”, i popoli del Vecchio Continente rischiano di sparire. Ma trattandosi di popoli essi potrebbero ancora ribellarsi democraticamente a questo disegno “criminale” facendo collettivamente utilizzo del diritto di autodeterminazione.
L’America è in una fase terminale. Pure gli americani di origine europea hanno i giorni contati.