mercoledì, Ottobre 30, 2024
12.2 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Veneto come il sud, invaso da un esercito colonialista

Da leggere

Beggiatodi REDAZIONE

NAPOLI – Ettore Beggiato, autore dell’agile volumetto “1866:la grande truffa. Il plebiscito di annessione del veneto all’Italia” che tante polemiche ha suscitato a cavallo del centocinquantesimo anniversario dell’annessione del Veneto all’Italia.

Beggiato, cosa rimane delle polemiche che hanno accompagnato l’uscita del suo libro sull’annessione del Veneto all’Italia?

Penso che lo stato italiano dovrebbe chiedere scusa ai veneti per come sono stati trattati 150 anni fa. La questione è molto semplice e la riassumo velocemente. Alla fine della cosiddetta terza guerra d’indipendenza (ottobre 1866) che ha visto la vittoria dell’alleanza italo-prussiana sull’Austria, Vienna si rifiuta di considerare il Regno d’Italia come un vincitore, viste le vittorie ottenute dall’Austria sia per terra che per mare (Custoza e Lissa) sull’esercito e sulla marina tricolore. Proprio per questo “passa” il Veneto ( il Friuli e il mantovano) alla Francia affinché lo giri all’Italia ma solo “sotto riserva del consenso delle popolazioni debitamente consultate” come sta scritto testualmente sul trattato di pace firmato a Vienna il 3 ottobre 1866 da Austria e Italia. Succede invece che due giorni prima del plebiscito convocato per il 21 e 22 ottobre 1866, e precisamente venerdì 19 ottobre, il Veneto venga passato dalla Francia all’Italia in una stanza dell’Hotel d’Europa lungo il Canal Grande a Venezia. Il governo italiano ha addirittura la strafottenza di scrivere il tutto sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia di venerdì 19 ottobre 1866, facilmente recuperabile attraverso internet. I veneti vanno a votare il 21 e 22 ottobre quando tutto è già stato deciso, fra brogli, intimidazioni, repressioni inimmaginabili e che dovrebbero essere conosciuti molto bene anche nel Regno delle Due Sicilie.

Non furono liberatori, come dice il Risorgimento?

“Liberatori” sabaudi… fame, miseria e disperazione come mai nella nostra storia che costrinsero i Veneti a un’emigrazione biblica, soprattutto verso il Brasile. E la disperazione della nostra gente viene riassunta mirabilmente in una poesia di Berto Barbarani che fa esclamare ai suoi contadini “Porca Italia, i bastiema, andemo via!” E “Porca Italia” continuano ad esclamare i veneti nuovamente costretti ad emigrare da uno stato, quello italiano, lontano, estraneo ed ostile.

Una “strana” convergenza quindi con le ragioni del Sud?

“Strana” per chi non conosce le storie delle nostre Terre, dei nostri popoli, “strana” per chi difende strenuamente il risorgimento dimenticando i massacri e le devastazioni che il Regio Esercito Italiano provocò nell’Italia meridionale e la miseria e l’emigrazione che il Regno d’Italia portò nel nostro Veneto, strana per chi si ostina a non vedere che l’attuale devastante situazione politica è figlia diretta di un sistema centralista e colonialista che ci è stato imposto un secolo e mezzo fa , strana per chi non si rende conto che la forbice nord-sud continua ad aumentare proprio grazie a 150 anni di politica centralista, e di falsa solidarietà che continua a far prosperare gli amici degli amici a scapito di chi ne ha veramente bisogno”.

di Mario Gallo – Tratto dal quotidiano “IL ROMA” – Napoli 8 dicembre 2016

Correlati

8 COMMENTS

  1. Questo signor Baggiato dovrebbe andare a leggere cosa scrisse il Campano Francesco De Sanctis sulla conquista del Veneto :
    “Ora noi vogliamo vincere, dobbiamo vincere; dunque
    non gridi, ma fucilate, non parole, ma baionettate, non
    chiacchiere, ma cannonate: dunque abbasso le dimostrazioni!
    Viva i fatti!
    La gioventù napoletana non ha bisogno di esortamenti;
    agli abitanti delle terre dei vulcani ci vuol freno non spinta.
    I giovani dissero otto sere fa: i fatti li faremo. Ebbene il tempo è venuto.”(http://www.liberliber.it/mediateca/libri/d/de_sanctis/scritti_politici/pdf/de_sanctis_scritti_politici.pdf – pag.57)
    Nel mentre che è lì scopra anche che cos’era la setta “L’Unità Italiana” e chi ne faceva parte :
    http://www.treccani.it/enciclopedia/unita-italiana_(Enciclopedia-Italiana)/
    https://babel.hathitrust.org/cgi/pt?id=hvd.32044061707733;view=1up;seq=7
    solo meridionali patrioti come Luigi Settembrini ,Francesco de Sanctis e Giuseppe Massari molti dei quali, una volta condannati dal Re Bomba di Napoli a pene severissime ,troveranno asilo in Piemonte.
    Saranno stati mica loro a spingere i Piemontesi ad imbracciare il fucile per andare a liberare il Sud ? (Si ricordi il famoso “grido di dolore” raccontato da VEll).
    Raccontare dunque l’Unità Italiana come una fissazione solo dei Savoia è scorretto.
    Ricordiamoci anche che :
    1) Il ’48 inzia in Sicilia contro il re dei Cannibali (re di Napoli) .Dunque i Siciliani non volevano stare nel Regno delle 2 Sicilie ( https://www.youtube.com/watch?v=l1VcnSEWUCAhttps://www.youtube.com/watch?v=1EB6cUd7xas )
    2) Fu il podestà di Milano Casati a chiedere l’intervento dei Savoia per aiutare il Lombardi a liberarsi dagli Austriaci
    (http://www.raistoria.rai.it/articoli/le-5-giornate-risorgimento-a-milano/31466/default.aspx )
    3) Che i Piemontesi regalarono territori antichissimi del Piemonte come la Savoia e la Contea di Nizza per avere un aiuto militare Francese per liberare il Lombardo Veneto dagli Austriaci.
    4) Che Torino,per volontà del torinese Cavour ,si spogliò del ruolo di Capitale che aveva da 300 anni in favore di una città,Roma(prima passò però per Firenze),che non aveva nemmeno partecipato all’Unità d’Italia.Un territorio arretrato e parassitario,dove non esisteva nemmeno la borghesia , che viveva da 1300 anni sotto il potere politico del Papa e dove si registravano episodi di cannibalismo (Carlo Bartolini – Il Brigantaggio nello Stato Pontificio)(http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=34209)
    5) I Piemonesi non volevano l’Unità d’Italia, tanto che , nel 1857 nel Parlamento di Torino, ci fu un colpo di Stato da parte di Cavour,il quale annullò le elezioni che avevano prodotto una forte opposizione all’Unità.
    Ci fu un’agguerrita opposizione da parte di Politici Piemontesi come il Conte Solaro della Margarita al Risorgimento (http://www.gioventurapiemonteisa.net/lopposizione-cattolica-piemontese-al-risorgimento-italiano/)
    6) Furono tanti I Garibaldini Veneti che combatterono e morirono perchè ci credevano nell’Italia Unita .(http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2011/03/16/news/i-ventisei-che-fecero-l-impresa-1.1537822http://paduaresearch.cab.unipd.it/1588/http://paduaresearch.cab.unipd.it/1588/1/Tesi_Angela.pdf )
    Con questo non voglio dire che Il Piemonte non abbia la principale responsabilità nell’impresa,ma accusare solo il Piemonte secondo me è da Lazzaroni.(https://archive.org/stream/letteredallitali00shar#page/50/mode/2up/search/lazzaroni)

      • Ho letto, ma è una bugia che i morti furono centinaia . Legga qua:

        http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/arte_e_cultura/2014/11-marzo-2014/altra-verita-pontelandolfoi-morti-furono-solo-tredici-2224196255275.shtml

        https://www.facebook.com/NuovoRisorgimentoPerLItalia/posts/638167549610615

        E poi chi ordinò quella repressione che costò la vita a 13 persone fu Cialdini,che non era un piemontese.
        Poi tutto ciò c’entra poco con quello che ho scritto sopra.Ho provato a ricordare quanti volevano l’Unita d’Italia e la conquista del Veneto e quali sacrifici fece il Piemonte subendo la perdita della Savoia,della Contea di Nizza,della Lomellina,di Torino Capitale e soprattutto la strage di Torino https://www.youtube.com/watch?v=hqT7ON00AbM dal minuto 47:00 )
        Continuare a far credere fosse una cosa voluta solo dai Savoia e non anche da Veneti e Meridionali è disonestà .
        L’Unità d’Italia è stata comunque una sciagura .
        Dato che lei è Lucano,legga cosa Francesco Saverio Nitti scrisse sulla sua famiglia , sulla conquista del Sud e sui Borbone :

        “A Vincenzo Nitti, mio padre
        E A Vincenzo Nitti, mio figlio

        Con queste poche parole, pubblicando per la prima volta i
        Principi di scienza delle finanze, io avevo voluto ricordare la
        gratitudine per mio padre ed esprimere le speranze nel mio primo
        figliuolo. Son passati venti anni dalla prima edizione e tutto
        intorno a me è mutato.
        Il mio povero padre è morto dopo una lunga vita di lavoro.
        Discendente di una famiglia in cui da secoli era il culto della
        libertà e la fede della democrazia, antico milite della Falange
        Sacra di Mazzini, antico soldato di Garibaldi nelle guerre del-
        l’ Indipendenza, avea, nelle vicende non sempre liete della sua
        vita, conservato la immutabile fede nella patria e un amore della
        libertà, ch’era quasi insofferenza di ogni vincolo. Suo padre,
        medico insigne e umanista sapiente, era stato trucidato nella rea-
        zione borbonica dell’aprile 1861 e dalla terra nostra ai piedi del
        Vulture, da Venosa, s’era iniziato con la sua uccisione quel mo-
        vimento che per cinque anni funestò largamente il Mezzogiorno
        d’Italia. Era un antico carbonaro : avea voluto che nel 1848 due
        suoi figliuoli fossero condannati a morte, piuttosto che servire
        sotto le bandiere borboniche. Avea mandato egli stesso mio padre
        nelle schiere garibaldine. Viveva dei suoi studi e del suo aposto-
        lato ; confinato dalla violenza del Governo nella sua piccola città
        nativa, avea sotto tutte le persecuzioni, aumentato il suo fervore.
        Era uomo virtuoso e religioso : nelle piccole chiese della mia
        terra si cantano ancora i suoi inni sacri. Fu trucidato perchè,
        di fronte agli invasori, che volevano costringerlo a gridare evviva
        al Re di Borbone, gridò : Viva l’Italia ! Il suo cadavere venerando
        fu fatto a pezzi e l’antica casa dove molte generazioni si eran se-
        guite, tutte intente al lavoro e finite raccolte nello stesso spinto
        religioso, fu incendiata. Ho riunito dopo molti anni solo pochi
        libri scampati alla distruzione. Visse come un savio e morì come un
        eroe e di niuna cosa sono più grato a mio padre che di avermi
        imposto il suo nome. ”
        https://archive.org/stream/principidiscienz00nittuoft#page/n9/mode/2up

        • i morti non furono solo 13….

          http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/pontelandolfo-1861-memoria-di-un-eccidio-intorno-al-brigantaggio-e-allannessione/

          verificare certe cose solo dai registri parrocchiali è semplicemente ridicolo

          ad ogni buon conto:

          – NOTTI era un intelletuale

          – le gente meridionale ignorava anche il senso della parola italia.. alcuni pensavano che fosse la sorella di Garibaldi

          – la stragrande maggioranza era lontanissima da qualsiasi volontà unitaria e stava bene così come stava

          – dopo la conquista da parte dei piemontesi vi è stata una lunga e sanguinosa guerra durata 7 anni …

          credo che si possa sopportare e accettare tutto .. ma che l’unita d’itaglia sia stata voluta anche da veneto e meridionali sia davvero troppo

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti