Ormai siamo alla farsa tipica delle dittature. Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha prolungato per la quarta volta lo stato di “emergenza economica” (avallato con scuse che suonano ridicole, tipo quella dei cambiamenti climatici che avrebbero colpito il Venezuela). L’estensione durerà per altri 60 giorni, secondo il decreto presidenziale che consente al governo socialista poteri speciali, tipo quello di sequestrare asset di compagnie private per ottenere cibo e beni di prima necessità per contrastare la crisi dilagante. Non solo, gli permette anche di bypassare il parlamento, che sta nelle mani dell’opposizione.
Maduro ha incaricato l’esercito della distribuzione del cibo. L’opposizione ha criticato tutti i prolungamenti dello stato d’emergenza in vigore da gennaio, ma il presidente ha sempre ottenuto il via libera della Corte Suprema, che è saldamente nelle mani dei chavisti.
L’ultima estensione arriva nel momento in cui le autorità elettorali hanno nuovamente bloccato il cammino del referendum per destituire Maduro, voluto dall’opposizione. Oggi doveva essere stabilita la data per la raccolta finale di firme, ma il Consiglio elettorale ha rinviato la decisione a non prima di lunedì. E, a quanto pare, le manifestazioni di piazza, per quanto oceaniche siano, non scalfiscono il potere del presidente.