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Venezuela, manifestazione: 93 prigionieri politici, un sequestro e un morto

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medicos-caracasdi MARIETTO CERNEAZ

Sul sito di “Students for Liberty Italia” si legge questo post, pubblicato solo qualche ora fa: “Ci è giunta notizia che il nostro collega e attivista venezuelano Yon Goicoechea è stato rapito ieri da agenti del governo venezuelano. Da anni Yon è uno dei più strenui difensori della Libertà nell’America Latina e per questo motivo nel 2008 è stato insignito del Milton Friedman Prize. Unitevi a noi nell’appello al governo italiano e alla Comunità Internazionale per i Diritti Umani, cosicchè venga fatta pressione sul governo venezuelano per liberare Yon Goicoechea. Noi non ci fermeremo finché non sarà tornato libero”.

Ormai, la libertà – per chi politicamente non è schierato col regime chavista-madurista – è una specie di chimera. E l’elenco di chi sta nelle carceri speciali del dittatore socialista è lungo.

Come ha scritto in un suo comunicato il gruppo della Resistencia venezolana, da sempre impegnato a sostenere l’opposizione, “attualmente, senza contare gli arresti degli ultimi giorni, ci sono 93 prigionieri politici, tra i quali vari sono di origini europee.

Betty Grossi, Marcelo Crovato: Italia.
Juan Miguel de Souza, Dany Abreu y Vasco Da Costa: Portogallo.
Andrea Gonzalez: Spagna.
Tutto sono reclusi in prigioni conosciute per i metodi di tortura adottati, a parte Marcelo Crovato che è agli arresti domiciliari.

Betty Grossy è reclusa presso l’Helicoide da Agosto 2015, con l’accusa di essere una finanziatrice del terrorismo. Ad accusarla José Pérez Venta, conosciuto come lo squartatore, per aver ucciso in quel modo la signora Liana Hergueta nell’agosto del 2015. Betty è stata maltrattata e impossibilitata a comunicare con l’esterno per 45 giorni, dopo il suo arresto; come Andrea Gonzàlez y Danni Abreu, anch’essi accusati dal solito Pérez Venta, nell’agosto del 2015, con l’accusa di aver pianificato un attentato contro la figlia di Diosdado Cabello. Tutti sono reclusi all’Helicoide in condizioni disumane.

Juan MIguel de Souza è recluso al “Sebin” in Plaza Venezuela, carcere meglio conosciuto come “La Tumba”, prigione 5 metri sotto terra, costantemente illuminata da luci artificiali e con temperatura costante di 4 gradi centigradi. In pratica, chi vi è recluso perde il senso del giorno e della notte. Lì sono reclusi anche Lorent Saleh e Gabriel Valles.

Vasco Da Costa è invece recluso nella carcere “26 de Julio” di San Juan de los Morros, il cui direttore è conosciuto come torturatore del regime e le torture a cui è stato sottomesso Vasco sono innumerevoli. Nella stessa galera sono stati recentemente trasferiti anche Daniel Ceballos, ex sindaco di San Cristobal, e que stava agli arresti domiciliari, Jeremy Lugo e il commissario Coromoto Rodrìguez.

ASSASSINIO-VENEZUELASono state molte le denunce a livello internazionale, da parte di diverse ONG impegnate nella difesa dei diritti umani, in merito alle carceri venezuelane e a come in queste vengano violati i diritti umani dei diversi prigionieri politici che vi sono reclusi”.

Ed alla vigilia della grande manifestazione annunciata a Caracas per il 1° settembre (dove saranno rappresentate tutte le categorie possibili), cominciano a scapparci anche i morti, come denunciato nel tweet che riportiamo qui a lato. Un dirigente del partito d’oppisione “Primero Justicia” è stato ucciso mentre si recava dallo Stato di Aragua, in cui risiede, alla capitale, dove avrebbe partecipato alla marcia contro il regime, affinché il referendum revocatorio contro l’attuale presidente possa regolarmente svolgersi. Il clima, ormai, è tesissimo e il partito unico socialista non ha altra soluzione che usare la forza, come i consiglieri cubani vanno suggerendo da tempo a Nicolas Maduro.

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