Cuba è sempre stata definita pittoresca, soprattutto quando il riferimento era a La Habana e alle sue auto americane Anni Cinquanta che circolavano per la capitale. La miseria del comunismo castrista aveva in quelle auto un suo perché. In Venezuela, paese che Chavez e Maduro hanno modellato secondo i modelli politici di Fidel, sta per patire lo stesso pittoresco trattamento, dato che i venezuelani sono arrivati al punto che o aggiustano l’auto vecchia o spendono quei quattro soldi che hanno per mangiare. Chi può ovviamente.
Anche le linee di minubus (privati) dediti al trasporto pubblico sono stati decimati, ne circolano meno della metà, mancano i pezzi di ricambio, che non si trovano più nemmeno dagli “sfasciacarrozze”. Secondo un’inchiesta riportata da Bloomberg, in teoria in Venezuela si dovrebbero produrre 250.000 auto nuove all’anno, però nel mese scorso sono state assemblate solo 331 veicoli, forse da consegnare a qualche boiardo del regime.
Ma c’è di peggio. Tra le persone comuni, ormai la scarsità è tale da non lasciare possibilità di scelta: “E’ preferibile sacrificare l’auto che lo stomaco”, afferma Rafael Riera, ragioniere di 64 anni, che da tempo ha lasciato la sua “Chevrolet Aveo” inutilizzata e appoggiata su 4 mattoni. La scarsità di beni di consumo ha obbligato migliaia di persone a comportarsi come Riera.
Miseria a grappoli in Venezuela. Anche le scuole chiudono per risparmiare energia elettrica lasciando l’istruzione pubblica, che era stata al centro del programma di riforme di Hugo Chávez, in condizioni disastrose. E – come riporta la rivista Internazionale – “nei giorni in cui avviene la distribuzione del cibo, gli insegnanti non vanno a scuola per mettersi in fila la mattina presto, altrimenti rischiano di non trovare più niente. I presidi hanno chiesto ai genitori di non mandare i figli a scuola se non possono portarsi il cibo, così molti studenti sono costretti a restare a casa. Nelle scuole di Caracas non arriva neanche l’acqua corrente”.
E che fa il governo? Ha distribuito trentamila libri di testo in cui si elogiava il socialismo venezuelano, ma gli insegnanti per protesta non li hanno mai aperti.
Per domani, 30 giugno, è stata convocata una protesta nazionale e i gruppi di “resistenza venezuelana” al regime hanno convocato la popolazione a scendere per strada a protestare.