Sta per iniziare l’anno scolastico, ma come accade per pollo, riso, farina, olio, carta igienica, ecc. ecc., in Venezuela mancano anche biro, matite, pastelli e quant’altro è necessario per frequentare la scuola. E mancano per l’85% degli alunni. Eh già, perché non solo il 90% delle linee di produzione sono paralizzate causa mancanza di materie prime, ma le importazioni sono calate di quasi il 100%, visto che – causa inflazione – i genitori dei ragazzi non hanno i soldi per comprare l’occorrente.
Ormai, il paese guidato Nicolas Maduro è conciato peggio di come era conciata la Cuba dopo la caduta del muro di Berlino e la disintegrazione dell’Unione Sovietica. In vista delle elezioni del Congresso del prossimo dicembre, i sondaggi danno Maduro in caduta libera: “In Venezuela continua a scendere il tasso di approvazione nei confronti del presidente Nicolas Maduro. In base a un sondaggio di Datanalisis – Istituto di statistica con oltre 25 anni di esperienza e attività nell’area andina, del Centroamerica e dei Caraibi –, a luglio il capo dello stato poteva contrare sul sostegno del 24,3 per cento degli intervistati mentre a maggio questa percentuale era pari al 25,8 per cento. A marzo, inoltre, il tasso di approvazione era del 28,2. Un altro sondaggio rileva anche che se si dovesse votare oggi alle elezioni legislative per i 165 seggi del Parlamento (sono previste il 6 dicembre), sarebbe l’opposizione a vincere con il 42,2 per cento delle preferenze, mentre i chavisti otterrebbero solo il 19,2”.
Molti analisti, però, affermano che i brogli elettorali – ormai una costante del regime filo-chavista – non permetteranno all’opposizione di ottenere il successo sperato. Ciononostante, il dato ha un suo peso politico, soprattutto alla luce di esternazioni come quella del colonnello José Martin Raga: “Io sono chavista – ha detto – ma non sono uno stupido ed un farabutto. Sì, certo quella che Maduro chiama la ‘guerra economica’ esiste, ma è solo colpa dell’inefficienza del governo”. Ed ha aggiunto: “Qualcosa nel socialismo non sta funzionando e se si andrà avanti di questo passo ciò a cui assisteremo sarà un vero disastro”. Come se oggi tutto fosse rose e fiori, a differenza di quel che preconizzavano gli utili idioti tipo Stiglitz, Stone, Sean Penn o gli italiani come Vendola e Bertinotti.
Un ultimo particolare merita di essere citato. Secondo Fausto Masò, scrittore ed analista politico, nell’ultima visita di Maduro a Cuba, in occasione del compleanno di Fidel, il presidente venezuelano è stato relegato in secondo piano dai fratelli Castro, non solo perché intenti a riallacciare i rapporti con gli Usa, ma perché ormai sono convinti che fra 4 mesi verrà marginalizzato dal voto, da cui uscirà perdente.
Gli USA hanno pompato così tanto petrolio dal loro sottosuolo che hanno raggiunto il “picco di produzione” del petrolio ancora negli anni 70 ed ora è in via di esaurimento. Da allora hanno iniziato a fomentare rivoluzioni (nord-Africa, Siria, Ucraina, Georgia ecc.) ed organizzare guerre nel mondo dove c’è petrolio da cavare (Iraq, Libia, Siria ecc.) o oleodotti da controllare (Afganistan ecc.) per garantirsi il controllo della risorsa e costi bassi di fornitura.
Oggi, da una parte stanno raschiando il barile cavando shale gas dal proprio sottosuolo a costi di estrazione elevati e con impatto terribile sull’ambiente, dall’altra con il rovesciamento di regimi e l’occupazione militare di paesi sovrani per poter controllare il petrolio altrui:
Picco del petriolio: https://it.wikipedia.org/wiki/Petrolio#/media/File:Hubbert_world_2004.png
Riserve mondiali: https://it.wikipedia.org/wiki/Petrolio#Paesi_con_le_maggiori_riserve_di_petrolio
Caro Possenti, non farti influenzare dalla propaganda del regime USA-NATO.
Non è possibile che il secondo produttore al mondo come riserve petrolifere non abbia i soldi per il cibo, i libri di scuola e la carta igienica!
La situazione attuale in Venezuela è conseguenza del blocco economico imposto dagli USA ad un vicino ricco di petrolio che “pretende” di vendere il suo petrolio agli USA a prezzi di mercato!
Se dovessero andare al potere le opposizioni, abbondantemente sovvenzionate dalle fondazioni USA e coperte mediaticamente da radio, TV e giornali filo-americani (pure sovvenzionati dal regime USA), in breve tempo il petriolio del Venezuela sarebbe saccheggiato dalle compagnie USA a prezzi di regalo.
PER FAVORE STUDIATE LA SITUAZIONE POLITICA REALE EVITANDO LA PROPAGANDA DEL REGIME (i giornali “main stream”)!
Col socialismo, tutto è possibile, soprattutto il peggio! Glielo dico io che il Venezuela lo ho vissuto per anni ed ho ancora mio padre là
Questi sono i risultati della Teologia della Liberazione ! Vero Papa Francesco ?