Quindici persone, fra cui due cittadini statunitensi, sono state arrestate tra domenica e lunedì in Venezuela dopo quello che il governo ha definito un fallito tentativo di «invasione» via mare del Paese. Il presidente Nicolas Maduro ha dichiarato che gli americani arrestati sono il 34enne Luke Denman e il 31enne Airan Berry, entrambi, secondo il presidente, «membri dei servizi di sicurezza» degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti, come ovvio, si dichiarano estranei e respingono quella che definisco “campagna di disinformazione” condotta dal presidente venezuelano, Nicolas Maduro (sulla cui testa pende una taglia di 15 milioni di dollari), riguardo al coinvolgimento americano nell’incursione di mercenari, tra cui due americani appunto, che sarebbero arrivati nel Paese via mare – dalla Colombia secondo qualche fonte – con l’obiettivo di ucciderlo e rovesciare il regime di Caracas. “Cerchiamo di saperne di più, comprese le attività dei due cittadini americani”, ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato Usa, mentre il Segretario di Stato, Mike Pompeo, ha fatto sapere che Washington farà di tutto, con ogni mezzo a disposizione, per riportare a casa i due uomini.
Secondo le autorità venezuelane otto persone sarebbero state uccise durante il tentativo di attacco sventato domenica, che secondo il governo aveva come obiettivo la rimozione di Maduro e l’instaurazione di un nuovo governo. Maduro, in diretta tv, ha mostrato i passaporti dei due cittadini americani arrestati, sostenendo che avrebbero collaborato con Jordan Goudreau, un ex soldato americano che oggi ha una società di sicurezza con sede in Florida, la Silvercorp USA. Goudreau ha confermato a Reuters che le due persone arrestate lavoravano con lui, ma in molti – tra cui il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó – hanno detto di non credere alla versione ufficiale della storia.