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Verso il compimento dell’Agenda 2030: serve immaginare ogni alternativa

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di MAX

Se l’Agenda 2030 andrà a buon fine, e non dubito che ciò avverrà se non in mesi forse 1-2 anni, gli scenari prevedibili saranno ben chiari, fino a poco tempo fa impensabili, completamente distopici. Cittadini schedati con una identità digitale di cui il greenpass era solo la struttura embrionale di un invasivo apparato di tracciamento personale. Espropriati di ogni dato personale, sanitario e fiscale in primis.

Con le monete digitali programmabili nei consumi ed a scadenza saranno privati della libertà garantita da una moneta fisica di spendere come e dove meglio riteniamo, se avremo ancora da spendere. Profilati in ogni agire, pensare, provare emozioni, controllati 24 ore da miriadi di telecamere (in valle Seriana c’è il sistema Thor) con riconoscimento facciale, lettura labiale e posturale, identificazione sanitaria-fiscale-sociale. Limitati negli spostamenti entro recinti invisibili delle città “smart 15 minuti”.

Il credito sociale diverrà il metodo discriminante per selezionare e far accedere ai nuovi “benefici sociali” in  sostituzione di ciò che fino a pochi anni addietro erano considerati diritti INALIENABILI: istruzione, sanità, libertà di movimentazione, proprietà privata, voto, lavoro, culto. Cittadini incapaci di difendere al confronto poca roba: il proprio corpo, il proprio lavoro, la propria libertà durante gli anni 2020-2021-2022. Cosa potremo fare allora?

Innanzitutto opporsi (sarebbe buona cosa identificare il modo di opporsi attivamente ed in modo organizzato già da ora) rifiutare di sottoporsi ai nuovi diktat sociali, sanitari, amministrativi a costo di essere letteralmente espulsi, cancellati dalla società.

Nuovi derelitti, nuovi lebbrosi, paria intoccabili non potremo mandare i figli a scuola, non potremo accedere ai servizi assistenziali, sanitari, fiscali, fino ad oggi garantiti dallo stato, non potremo godere di assicurazioni pensionistiche anche se “onestamente” pagate, non potremo per questo essere titolari di beni di qualsiasi genere (ammesso che “gli altri” lo siano ancora … per molto), non avremo alcun “beneficio sociale”, non avremo vita sociale, ridotti a fantasmi probabilmente non potremo nemmeno professare una fede. E non importa quanta ricchezza uno abbiano accumulato prima di ciò, alla lunga tutti diverranno a tutti gli effetti “clandestini”.

Per far fronte a questo fin da ora occorre con l’aiuto ed il consiglio dei tanti resistenti professionisti (commercialisti, avvocati, giuristi, legali), di tante associazioni ed organizzazioni nate sull’onta delle terapie obbligatorie, del lockdown, dei divieti, eccetera, escogitare delle azioni per:

  • rifiutare l’identità digitale (ID) proposta con carta d’identità digitale (CIE), SPID o ogni strumento proposto come “comodità” di gestione o “digitalizzazione della pubblica amministrazione (PA)”. Mi riferisco all’attivazione di servizi quali ID europea a mezzo PIN e PUK alla consegna della CIE, IDPAY, “digital wallet”, AppIO o simili già oggi proposti per fantomatiche e volontarie raccolte punti di “benefici sociali” quali trasporto bus, ingressi teatri e mostre gratis, mantenimento abitazione popolare, eccetera.
  • Mettere in protezione i propri risparmi acquistando o beni universalmente riconosciuti sia come mezzo che come valore quali oro fisico da investimento in lingotti e altri metalli/pietre preziose preziosi oppure beni “innovativi”, “al portatore” e “ininflazionabili” quali i bitcoin. Il mattone NON è un bene da prendere in considerazione.
  • Svincolarsi dalla stretta dei complici dell’agenda 2030: banche ed assicurazioni. L’ideale sarebbe, con le opportune assistenze professionali, riuscire a rinunciare al conto corrente, utilizzare il contante, rifiutare i “vantaggi” economici proposti se si installa sull’auto la “black box o scatola nera”, ridurre o rinunciare all’uso di carte di credito, bancomat, e prodotti simili.
  • Creare nuovi banchi di credito popolare completamente scissi dal sistema bancario.
  • Immaginare (e poi creare) una nuova “banconota clandestina”(o un sistema di pagamento) che permetta gli scambi, gli acquisti o il pagamento di prestazioni professionali al di fuori del sistema monetario ufficiale.

Se ciò che appare oggi all’orizzonte inevitabilmente porta ad uno scenario distopico incredibile pochi anni or sono ma prevedibile, profetizzati, da qualcuno auspicato, un popolo di “clandestini”, seppur minoranza, non potranno più farsi accreditare uno stipendio quindi alla lunga non potranno lavorare, accedere a servizi pensionistici, sanitari e scolastici, non solo non potranno comprare o vendere beni “registrati” come la casa, un terreno, un mezzo di trasporto ma non potranno nemmeno pagare un affitto, le bollette e le tasse e i servizi sulla casa.

Alla lunga è ragionevole che molti di loro perderanno la disponibilità di beni mobili ed immobili di ogni genere sempre che il concetto di possesso e proprietà privata siano ancora concessi.

Sarà necessario creare una “società parallela”, sotterranea, una società che mimetizzata nella società allineata raccolga i “clandestini”, una società che sebbene possa essere considerata un’ involuzione diventi in realtà punto di forza e sostegno, una società che valorizzi l’arte di saper fare, di arrangiarsi, di sbancare il lunario o sostenere una qualità della vita dignitosa se non “alla pari”.

Serviranno probabilmente:

  • Un “nuovo” concetto di famiglia, involuto o di vecchio stampo, non più con mamma papà figli ma allargata a nonni, zii, zie, cugini. Un nucleo famigliare di tipo “tradizionale” o “rurale” può essere la nuova forma di famiglia vincente.
  • Un sistema produttivo parallelo di beni primari basato sullo sfruttamento di piccoli appezzamenti di terra, di orti, l’allevamento di animali da cortile fino agli ovini, suini, bovini ed equini, animali utili anche alla movimentazione di carichi, attrezzature agricole, eccetera.
  • Un sistema monetario e di scambio merci. Una moneta come il Bitcoin pur essendo ottimo mezzo è difficilmente gestibile in caso di scarsità di energia, accesso alla rete, mezzi informatici. Va bene anche il baratto ove possibile o tornare ad una “moneta” in metalli (oro, argento, eccetera) o beni che abbiano le caratteristiche tipiche delle monete: quantità limitata, quindi non inflazionabile, facilmente trasportabili, valore e “status” riconosciuti.
  • Un sistema assistenziale, qui entra in gioco la famiglia “tradizionale”, che possa prendersi cura dei deboli. Ma per assistenziale si intende anche un eventuale assistenza legale o professionale d’altra natura.
  • Un sistema sanitario, medici, infermieri, erboristi (le erbe si trovano ancora, un farmacista non può sintetizzare farmaci chimici in casa …), veterinari, eccetera a cui potersi rivolgere in caso di necessità.
  • Un sistema d’istruzione, per i figli e le generazioni future dei “clandestini”, una istruzione di tipo parentale, magari aperta anche agli “allineati”.

Quello che sto cercando di dire è che abbiamo bisogno di immaginare per essere pronti ad affrontare qualsiasi scenario la distopia avanzante imporra alla società, non per noi ma per i nostri figli, nipoti, generazioni future.

Mai avrei immaginato ciò che è successo negli ultimi anni e per questo, ora, sono convinto che il cinismo e la crudeltà degli ideatori e supporter dell’agenda 2030 non hanno ed avranno limiti né morali né tecnologici, né di immaginazione. Ricordate con quale ferocia invocavano carcere, trattamenti sanitari ed estinzione di chi non accettava il vaccino?

“Loro” hanno fretta, mezzi illimitati, immense ricchezze. Il nostro tempo stringe.

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1 COMMENT

  1. Per gli orti occorre possedere il terreno, non tutti lo hanno. Gli animali da cortile potrebbero essere vietati. Interessante la soluzione dei Banchi di Credito Popolare scissi dall’attuale sistema finanziario. Ma come crearli? Quali sono gli strumenti? Illustrare più dettagliatamente tale proposta potrebbe forse costituire un buon avvio. Sempre che “loro” non abbiano comunque la possibilità tecnica di impedirlo.

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