Prendo spunto da “I conti con la storia” di Paolo Mieli che a sua volta cita “La banalità del male” di Hannah Arendt. In un capitolo in cui si parla di “fascino discreto della corruzione” Mieli cita la Arendt che, nel suo libro, confronta due nazisti: Adolf Eichmann, il duro e puro, e Kurt Becher, corrotto autore di traffici disonesti, “porcherie” secondo Eichmann. Eichmann, fedele alla sua purezza e rispettoso della legge ad ogni costo, arrivò, fra le altre imprese della sua carriera, a deportare in qualche mese quattrocentomila ebrei ungheresi. Alla fine della guerra la fuga in Sudamerica, la cattura, il processo come criminale di guerra e infine l’impiccagione nel 1962.
Becher, infischiandosene del giudizio di Eichmann sulle sue “porcherie”, continuò fino alla fine i suoi traffici che consistevano nel farsi pagare dagli ebrei per salvarli. Con la tariffa di 2000 dollari a testa mise in salvo 1684 israeliti dalla rete di Eichmann. Poi Becher mise a punto il piano “Blood for Trucks” che prevedeva lo scambio tra la vita di un milione di ebrei e diecimila camion. Il piano fallì ma le fortune di Becher crebbero e Becher ottenne la promozione che Eichmann non aveva avuto. Caduto il terzo Reich, non solo Becher si salvò ma, grazie al tesoro che si era procacciato visse il resto della sua vita come uno degli uomini più ricchi della Germania ovest.
Piccola, apparentemente scollegata digressione – Una fra le cose che desidero di più è visitare la Cappella Sistina ma ho paura che morirò prima di riuscirci. Non vado spesso a Roma e l’ultima volta la coda per entrare faceva il giro del Vaticano. Ci proverò ma so che nel mondo stanno scaldando i motori milioni di pulman con dentro centinaia di milioni di cinesi, indiani, e russi con una meta ben precisa: la Cappella Sistina. Eppure potrei visitarla gratis, saltando la coda e restandoci per tutto il tempo che desidero, come? Facile, conosco la persona giusta per farlo, il “Becher” della situazione e potrei visitare la Cappella senza sborsare un centesimo ma semplicemente sfruttando la “catena dei favori”. Eppure non lo farò mai, mi vergognerei come un cane. Duro e puro come Eichmann? E soprattutto zuccone? Perché dovrei vergognarmi di fare una cosa che moltissimi farebbero senza farsi il minimo scrupolo? E poi, pazienza per la Cappella Sistina, ma se si trattasse di saltare o cambiare la fila per salvare la vita a me e ai miei, cosa farei? Spero proprio che non dover mai fare questa scelta. – Fine della digressione
Ma insomma, la corruzione è il male assoluto oppure è una estrema ancora di salvezza? Tutto sta nel definire il significato di corruzione, o meglio, la “posizione” della corruzione. Io non credo che Becher fosse corrotto o corruttore, lui trovava rimedi, come poteva, soprattutto per se e nel frattempo anche per molti altri. Chi usa il suo potere per farti saltare la fila, e c’è ben di peggio che l’entrata in un museo, non è corrotto o corruttore, è uno che rimedia come può, soprattutto per se e già che c’è anche per gli altri. La corruzione vera che è situata “a monte”. A monte di Eichmann o di Becher o del funzionario zelante o “corrotto”. La corruzione è un vizio di forma, è cambiare lo status di qualcosa da proprio a improprio.
E siamo alle solite, la proprietà. Che ci fa un funzionario messo a discriminare una fila per decidere chi vive e chi muore, chi ce lo ha messo? Qual è la proprietà della sua posizione? Non sarà impropria, non sarà dovuta all’uso improprio del potere, un abuso? Ce lo ha messo uno stato “democratico”, che ha deciso che la proprietà di una classe di persone non è degna di rispetto per cui è “lecito” derubarla di tutto, anche della vita se occorre? In questo caso lo stato corruttore è riuscito a corrompere, a viziare, il senso profondo di giustizia dell’individuo che non è più in grado di rispettare il diritto fondamentale di proprietà. E il funzionario del museo o sovraintendente delle “belle arti”? Ha il diritto di decidere chi entra e chi non entra? Di chi è la Cappella Sistina? E’ sua? E’ del Papa? Di chi è? Non lo sa nessuno e il funzionario si arrangia come può.
Per la Shoah non c’è soluzione ma per la Cappella Sistina c’è. Io mi auguro che qualcuno se la compri (lo stesso Pompei, il Colosseo ecc.) Mi auguro che qualcuno se li compri spendendoci tanti soldi e nel contempo guadagnandone un mucchio. Mi auguro di arrivare davanti ad una biglietteria con una fila di sportelli, primo sportello 10 euro per 10 minuti e fila di un chilometro, secondo sportello 20 euro per venti minuti e fila conseguente, e via via 50, 100 euro fino a 1000 euro per la giornata intera e zero coda. Il responsabile del museo potrà anche far entrare qualcuno gratis ma dovrà farlo in accordo o contro il proprietario, non ci saranno scappatoie, usi impropri.
I “ricchi” potranno stare una giornata nella Cappella Sistina senza fare la coda e pagando 1000 euro? Io spero di si, certo, i “ricchi” non saranno contenti, adesso molti di loro lo fanno gratis, ma io finalmente, io che sono classe media, potrò entrare per un tempo medio pagando un prezzo medio e sorbendomi una coda media.
Peggio dello statalismo corrotto vi è solo lo statalismo incorruttibile. Corruzione non è solo expo&co: è anche “oliare” – magari con del vinello fatto in casa – l’assessore del tuo paese affinché ti lasci tinteggiare la casa come più ti aggrada…
Purtroppo viviamo in un paese dove molte cose legittime son illegali, dove non si può pienamente disporre dei propri averi… immobili, terreni sui quali puoi edificare solo se le mafiette locali son d’accordo, ecc.
Lo stato ha sempre l’ultima parola su tutto.
E’ avvilente dover ricorrere a certi espedienti per poter esercitare i propri diritti, ma è comunque meglio di niente.
Tutto il patrimonio artistico e culturale presente in italia dovrebbe essere affidato a chi lo cura e lo fa rendere al massimo.
E’ un capitale enorme.
E se un capitale non rende, ma costa , affossa chi lo possiede.
La soluzione sarebbe semplice.
Delle gare aperte e tutti che determinano chi si curi di un certo museo, di un sito archeologico, un monumento, etc.
Poi chi la vince si occupa per un prefissato periodo di tempo, 20 anni ad esempio, del bene di cui si è aggiudicato cura e sfruttamento.
Lo stato o vende ciò di cui non riesce ad occuparsi o lo cede in gestione.
Per la cappella sistina non saprei.
Dovrebbe esser proprietà della chiesa romana.
Non so.
Per lo stato vaticano vale lo stesso che vale per quello italiano.