Via le magliette con il tricolore per gli atleti dell’Alto Adige (Sud Tirolo, ndr), basta nazionali azzurre con sportivi dell’Alto Adige. La provocazione è dei secessionisti di Suedtiroler Freiheit ma la Svp la coglie al volo: concordo, annuncia l’assessore provinciale Martha Stocker, dell’ala oltranzista, e bisognerà discuterne nella Convenzione per l’autonomia.
“Sono indignato – commenta il consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì, perché la posizione espressa è stata espressa da una rappresentante del governo provinciale, in cui siede anche il Pd che si è letteralmente eclissato sull’argomento.Ma allora, chiariamoci: si vuole l’autonomia o la secessione? Le due parole non hanno lo stesso significato. Pare si vogliano i soldi dell’autonomia ma la libertà di rendersi indipendenti dall’Italia, con ogni sorta di artifizio, ora anche quello che fa leva sul valore puro dello sport usato come un manganello politico”.
Il paradosso, è bene ricordarlo, è che sono gli stessi atleti a rinnegare queste posizioni radicali da cui anche la Svp sembra non volersi affrancare. Vale la pena ricordare le parole di Carolina Kostner, dopo la vittoria dell’oro europeo a Varsavia: “Io sono italiana e lo sento dal cuore”, ha detto la campionessa di madrelingua ladina. “Lo si è anche visto mentre cantavo l’inno sul podio e si è visto un anno fa quando ho sfilato con orgoglio alle Olimpiadi di Torino portando il tricolore”. Lo stesso Armin Zöggeler è stato nel 2014 portabandiera della delegazione italiana ai alle Olimpiadi invernali di Soči; prima di lui altri due atleti altoatesini avevano avuto questo onore: Paul Hildgartner, che ricoprì tale incarico in due occasioni, a Sarajevo 1984 e a Calgary 1988, e Gerda Weissensteiner, alfiere a Nagano 1998. Nessuno di loro ha mai messo in discussione il proprio onore di rappresentare l’Italia intera con tutte le sue diversità.