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Vigili romani, elogio (alla rovescia) del dipendente pubblico italiano

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marinoignazioDI LEONARDO FACCO

Ieri, la mia attenzione è stata attirata da due notizie, entrambe aventi attinenza con i dipendenti pubblici, implacabile manodopera dello Stato ladro, in servizio permanente per favorire il declino di questo paese. Una è quella dell’assenteismo di massa dei pizzardoni romani per “malattia”, l’altra – simile – dell’assenza generale dei netturbini napoletani.

Oggi, il sindaco di “Mafia-Capitale” – impettito – digrigna i denti e afferma: “Non escludo licenziamenti per i vigili che non hanno lavorato a Capodanno”. Marino mente sapendo di mentire, perché in Italia nessun parassita può essere licenziato. Alla boutade del primo cittadino, corroborato da “interventi speciali dell governo” (come annunciato sui giornali), hanno risposto piccati i sindacati, minacciando scioperi se qualcuno verrà toccato.

Qualcuno dovrebbe spiegare ai reduci dello stalinismo che compongono la Triplice, che la spesa pubblica in Italia ha continuato a lievitare in questi anni (altro che austerity), che i parassiti sono ormai composti da una pletora di impiegati assunti da Stato e parastato, ovvero dalle decine di migliaia di aziende partecipate, dagli enti sussidiati, dalle pseudo-associazioni di volontariato che vivono di prebende estorte ai contribuenti, nonché dei vari consulenti a piripicchio che ottengono migliaia di euro per incarichi inutili. Quando si cerca di capire quanti siano realmente coloro che vivono di Stato, si finisce sempre con l’imbattersi in una sequela infinita di numeri, perché non è mai dato sapere con certezza chi “magna la pagnotta” a spese dei “productivos”. Le cronache ci raccontano quotidianamente di qualche finto ente privato, cooperativa, associazione dedita alla canasta, centro studi o fondazione che stanno in piedi grazie ai “soldi degli altri”.

Non ho simpatia per i “travet della burocrazia”, credo di averlo spiegato in più di un’occasione,anche perché oltre a non produrre ricchezza alcuna, il loro lavoro è inutile (qualora fosse utile ci penserebbe il mercato a far incontrare domanda ed offerta) ed è solo d’intralcio a chi ha in animo di intraprendere un’attività.

Il dipendente pubblico, inoltre, rappresenta il“simbolo dello Stato” per antonomasia (ecco perché piace tanto a quelli del Manifesto). Più sono più lo Stato irrompe nelle nostre vite, controllandoci, costringendoci a trasformarci in sudditi da spennare, perché è il controllo, il monopolio della forza, che giustifica l’esistenza stessa dello statale. Sosteneva Max Nordau che “l’orgia di regolamentazione e il protocollismo non danno alla vita dell’individuo una garanzia maggiore di quella che dà la barbarie con tutta la sua assenza di regolamentazione”. In Italia, siamo al “mandarinismo”, altro che civiltà, al punto che i dipendenti pubblici sono spesso organizzati in dinastie: il figlio di, il cugino di, il nipote di ottengono un posto di lavoro per cooptazione familiare, alla faccia dei ridicoli concorsi con valore legale e marca da bollo.

Più il sistema pubblico è presente, ed invasivo, nelle nostre vite e più siamo immersi in una sottospecie di “Kampuchea Democratica”. Come spiegava Nietzsche verso la fine del Diciannovesimo secolo, “Il socialismo ambisce a una pienezza di potere statale, quale solo qualche volta il dispotismo ha avuta, anzi esso supera di gran lunga ogni forma analoga del passato, perché aspira espressamente all’annientamento dell’individuo”. E per farlo ha bisogno di milioni di girapollici a tradimento, ironia della sorte pagati dalle loro stesse vittime sacrificali. Ci trattano come fossimo dei Fantozzi e pretendono pure che gli si dica… “Come è umano lei…”

TRATTO DA MOVIMENTO LIBERTARIO 

P.S. Se la mancanza dalle strade dell’83% dei vigili urbani non ha causato problemi, forse sarebbe il caso che se ne stessero a casa loro per sempre, senza stipendio. Eviteremmo di avere sulle strade LA LONGA MANUS DEI SINDACI TASSATORI.

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2 COMMENTS

  1. I vigili di Roma?
    E i vigili di Milano, di Torino, di Palermo dove erano?
    E quelli della mia città, Alessandria, che non aspettano certo Natale o Capodanno per non farsi vedere sulle strade, e nemmeno al Comando; e provate a telefonare al loro centralino: sono sempre in macchina (una sola) da un’altra parte, e non rompetegli le scatole a protestare!

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