di SALVATORE ANTONACI
Ha suscitato una certa sorpresa e qualche malcelato scetticismo tra i commentatori stranieri la lunga intervista rilasciata dal premier russo, Vladimir Putin, favorito d'obbligo delle prossime elezioni presidenziali che si terranno il 4 marzo. Il motivo di queste reazioni, non infondate bisogna dire, risiede essenzialmente nell'attacco senza mezzi termini che l'uomo forte della seconda superpotenza (almeno militarmente) mondiale ha rivolto nei confronti di taluni ambienti politici accusati di soffiare sul fuoco del nazionalismo grande-russo e dell' intolleranza etnica.
Un rovesciamento delle parti piuttosto singolare per chi ha fatto dell'esaltazione patriottica e della politica di potenza la sostanza ed il metodo del proprio abile agire nel difficile agone del gigante postsovietico. Durante i primi due mandati da capo dello stato, infatti, nulla è stato fatto per arginare l'ondata di xenofobia anti-caucasica diffusasi nella federazione. Anzi, lo stesso Put
Comments are closed.