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Winston Smith è vivo! La “Cancel Culture” ha iniziato la revisione dei testi non graditi

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di CATERINA BIANCHINI

Dapprima, abbiamo avuto le favole gender fluid al posto di quelle tradizionali nelle scuole inglesi e francesi. Poi, abbiamo avuto autori messi all’indice nelle biblioteche inglesi e americane perché, come nel caso di George Orwell, avevano avuto un bisnonno coinvolto nello schiavismo. A seguire, abbiamo assistito ai disclaimer di avvertimento per classici cinematografici recanti “espressioni razziste” come Via col Vento e Gli Aristogatti.

Dalla terra delle libertà che si trova oltreoceano, qualche tempo fa, abbiamo infine appreso della cancellazione dei poemi omerici dai programmi di alcune scuole in quanto ritenuti testi sessisti e razzisti. Tutto questo, però, ancora non aveva chiamato in causa l’attività presso il Ministero della Verità svolta da Winston Smith nel romanzo 1984, ovvero il lavoro di revisione materiale di testi e foto del passato sulla base delle esigenze ideologico-propagandistiche del presente.

Quel salto di qualità, ebbene, adesso è stato fatto e, anche stavolta, è la Gran Bretagna a svolgere il ruolo di apripista.

I libri dell’autore inglese di narrativa per ragazzi Roald Dahl sono stati ri-pubblicati, alcuni mesi fa, con centinaia di modifiche al testo originale. La tipologia di modifiche riguarda l’eliminazione di parole riferibili al bodyshaming, come “brutto” o “grasso”, nonché l’aggiunta di pistolotti ideologici non presenti nell’opera originale: in un passaggio in cui si parla di streghe calve, per esempio, un’aggiunta specifica che non c’è niente di male se una donna indossa una parrucca.

Se siamo potuti arrivare a questo, non è soltanto per il completo controllo ideologico sulle istituzioni scolastiche e sull’industria culturale attuato dagli estremisti dell’ideologia woke: a svolgere ruolo di supporto, è stato anche l’insieme dell’opinione pubblica di sinistra e gli opinion leader di quest’ultima. Per anni, anche su questa pagina, gli esponenti della sinistra hanno negato l’esistenza del processo di cancel culture definendo ogni volta “caso isolato” le centinaia di episodi di questo tipo che venivano segnalati. Col passare del tempo – divenuta ormai impossibile la negazione completa anche per via della rivendicazione politica della cancel culture che la sinistra americana ha nel frattempo preso a enunciare – i baldi progressisti si sono incaricati della giustificazione ideologica della cancellazione.

Essi sono infatti arrivati a sostenere – proprio come il dirigente di parTito O’Brien rivolgendosi a Winston in 1984 – che due più due fa cinque. Ovvero, essi sono arrivati a sostenere che la cancellazione delle forme culturali del passato non implica alcuna censura o delimitazione della libertà d’espressione.

Fra i tanti possibili esempi, va ricordata la presa di posizione del fumettista proveniente dai centri sociali e tanto amato dai giornali della famiglia Agnelli, vale a dire Zerocalcare. Con la tipica tonalità saputella ch’è indotta dal romanesco – ovvero tra un “bella zì” e l’altro – il nostro è arrivato a parlare di “dittatura immaginaria” al fine di deridere coloro che denunciano il fenomeno della cancel culture. Anche per questo, tra opposizione popolare e area della sinistra nominalmente detta, non potrà esserci nel prossimo futuro null’altro che un conflitto politico integrale e scevro da ogni possibilità di mediazione.

TUTTO DENUNCIATO DA ANNI DALLA LEONARDO FACCO EDITORE

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